Bio-K

 

Non possiamo parlare dei Gandhi Kamikaze senza parlare di alcuni luoghi bolognesi e delle idee di cui questi luoghi sono fatti, che ci hanno uniti in questi ultimi anni…

I Gandhi Kamikaze nascono al Lazzaretto di via del Lazzaretto 17 ed in particolare nella sua piccola e polverosa sala prove; nella quale Noise e Lara, suonavano basso e batteria per imparare e migliorare. I primi pezzi solo strumentali nascono senza un titolo e senza una voce: Noise metteva insieme qualche nota stonata e Lara spaccava le sue prime bacchette… Ogni lunedì prima dell’assemblea dello spazio che tutti e quattro condividevamo; nell’epoca in cui la nostra assemblea, così come il nostro gruppo, non aveva ancora bisogno di un nome.Purtroppo il destino del Lazzaretto divenne quello di un enorme cumulo di macerie, infrangendo qualche nostro sogno e sotterrando sotto qualche metro di terra il luogo dove avevamo imparato a suonare. Le salette di Scandellara colmarono la voglia di suonare del duo appena arrangiato; mentre il circolo Iqbal Masih e le meravigliose persone che lo abitano, ospitarono e ospitano il nostro collettivo orfano. Proprio in un viaggio verso il circolo, su un autobus Atc della linea 14, ci trovammo a parlare con il nostro compagno Gabri di musica e del nostro duo imbastito. A volte le cose accadono senza troppo pensare, per caso, fatalità, casualità… Si perché Gabri, che da sempre si era occupato di musica reggae/dub, nascondeva una grande passione per l’hardcore, l’anarcopunk ed aveva già suonato in un gruppo hc. Poliglotta musicale, interessato al progetto di suonare il basso distorto per sostituire i suoni di una chitarra che non avevamo (e alla quale abbiamo in seguito deciso di rinunciare definitivamente); si unisce al nostro duo strampalato. Proprio nella saletta ricavata nello scantinato della sua vecchia casa, continua il nostro percorso musicale. Nel frattempo al circolo Iqbal Masih, l’assemblea del collettivo decide il proprio nuovo nome: Malasorte. Viene scartato quella sera un nome che doveva rappresentare con un chiasmo l’opposizione ed il contrasto: Gandhi Kamikaze, il nome scartato che ha vinto il premio di consolazione con il nostro ripescaggio. Non mancava a questo punto che una voce per dare un senso, un messaggio a ciò che facevamo. Decidiamo allora di chiedere ad un’amica carissima, ad una compagna di viaggio, che pure condivide il nostro collettivo da sempre: Matti. Vengono scarabocchiati i primi due testi “Tristezza” ed “Hiroshima Sayonara”; Matti viene a qualche prova, ascolta i pezzi ed inizia ad urlarci sopra. Il risultato ci piace… Eravamo un gruppo, ci avevamo messo più di un anno ad esserlo. La complessità di far suonare due bassi insieme e la nuova componente al microfono, ci impongono un’ulteriore migrazione per poter dare più importanza ai suoni. E’ così che sbarchiamo nelle sala prove che accoglie moltissimi gruppi della scena underground bolognese: il Vecchio Son di via del Sacco 14.

Non abbiamo un genere, ne un’identità musicale; molti amici che ci hanno ascoltato ci hanno accostato a quel tipo di musica, a quel gruppo, a quella voce, a quel messaggio… Ma noi stessi dopo così tanto tempo fatichiamo a trovarci comodi in una definizione. Facciamo quello che quattro teste diversissime tra loro e dai gusti musicali disparati partoriscono… Con impegno, minuzia, qualche lampo di creatività, ma senza la pretesa di abbandonare la costante pessimistica di fare ancora cacare!

 

G.K.

Bologna, I Germinale 2012